Ernesto Maglio, una colonna dell'U.S. Avellino
di Fiore Candelmo
Note biografiche ed immagini di Angelo Maglio
Una terra di provincia, come quella irpina, si appiglia a tutto
ciò che, in qualche modo, può darle un minimo di
visibilità e con questa un qualche miglioramento delle
condizioni sociali. Lo sport, in particolare il calcio (il pallone) ha
sempre costituito, non solo qui da noi, una occasione di svago ma anche
e soprattutto di rivincita. Per altro è ovvio, essendo una
metafora della guerra.
Di questa storia, della storia dell’Avellino Calcio in
particolare, potrete trovare ovunque notizie a fiumi, dettagli di tutti
i tipi. Di questa storia siamo stati capaci anche di scrivere una
ponderosa enciclopedia in più volumi. Quindi dettagli e
particolari non possono sfuggirvi.
Di quella storia però, come spesso capita, le notizie abbondanti
riguardano i primi attori, i calciatori ovviamente, gli allenatori, i
presidenti. Poco altro. La figura, per altro nota a tutti, di Ernesto
Maglio, che per anni e anni fu massaggiatore dei muscoli di centinaia
di calciatori passati per questa città, è una di quelle
che tutti conoscono, ma nessuno sa molto di più che il suo, per
altro importante, ruolo in società. Ruolo che era quello, in
tempi preistorici per la sanità in generale e per la medicina
dello sport in particolare, di massaggiare, con l’aiuto di
sostanze sempre poco note ma inevitabilmente miracolose, i muscoli,
dicevamo, dei calciatori della prima squadra, ai quali era chiesta una
prestazione sempre ai massimi livelli.
Ernesto Maglio era nato a Grottolella il 12/4/1926,
secondogenito di Giovanni. Fin dalla sua giovinezza, aiutato da un
fisico atletico, si interessò di sport a vari livelli,
eccellendo in particolarenel lancio del peso, del giavellotto, nel
sollevamento pesi e nel pugilato. A tal proposito restano memorabili,
nella memoria storica dell'ultimo dopoguerra, gli incontri di
pugilato disputati contro gli atleti delle truppe alleate che
infiammavano l'orgoglio degli avellinesi e fruttavano al nostro
preziose tavolette di cioccolato americano con le quali conquistava la
fidanzata di allora poi divenuta sua moglie.
Diplomatosi a Genova in fisioterapia, entrò
poi nella compagine dell'U.S. Avellino Calcio negli anni 50. Da allora
il legame con la squadra, con i suoi dirigenti, i giocatori, la
città di Avellino e i suoi tifosi andò sempre crescendo.
Innumerevoli gli aneddoti che lo riguardano, sopra
ogni cosa la stima che si guadagnò con un impegno costante ed
una passione sincera per il suo lavoro, i suoi ragazzi e la sua gente.
La sua costante presenza in panchina, al fianco dei medici sociali che
spesso e volentieri cambiavano di anno in anno e dei quali ben
raramente potevi giurare sulla esperienza in medicina sportiva, era di
per se rassicurante. Le sue imprese professionali, capaci di risanare
muscoli ed articolazioni danneggiate dalle prestazioni sportive,
avevano talora caratteri quasi miracolosi, tanto da fargli guadagnare
l'appellativo di "acqua santa".
Maglio sapeva, soprattutto nell’emergenza dell’incidente
della gara, apporre la sua spugna miracolosa sulle articolazioni o
sulle ossa colpite proditoriamente nell’agone della gara, il cui
proprietario inevitabilmente si rotolava sul tappeto erboso lamentando
danni gravissimi forse inguaribili, salvo poi ripresentarsi più
pimpante di prima: non si è mai capito se la bontà
dell’intervento di Maglio era risolutore o non piuttosto
cominciavano ad affiorare quelle “sceneggiate” proprie dei
nostri giorni (alle quali le TV private hanno dedicato fior di
trasmissioni, alcune anche con intento satirico svelando le
abilità di tuffatori di alcuni di questi atleti) il cui scopo
era (ed è) quello di ricavare un vantaggio traendo in inganno
l’arbitro della gara. A questo proposito si racconta che Maglio
conservasse anche un oggetto contuntende nella propria spugna, al fine
di acclarare il danno ricevuto dal calciatore irpino a causa di un
pubblico casalingo intemperante nei confronti dell'atleta ospite e
quindi dare occasione per una possibile vittoria fuori casa a tavolino !
Qui a sinistra con il calciatore dell'Avellino Bongiorni
Qui a sinistra con il magazziniere Pagnotta, altra figura storica dell'U.S. Avellino
Qui sopra, seduti sulla panchina del
Partenio, con Maglio (secondo da destra) si riconosce Vincenzo
Evangelista (secondo da sinistra), attivo nei campionati minori con il
S.Tommaso
Raggiunta l'età della pensione, continuò il
suo impegno sportivo distinguendosi nel campionato nazionale di lancio
del peso nella categoria over 65.
Si spense nel 1999, all'età di 73 anni, stroncato da un infarto, nella sua amata casa natale di Grottolella.